Si tratta in breve, di un viaggio che identifica nella dissonanza una poetica volta a esprimere contaminazioni via via crescenti a partire dai quadri musicali di Charles Ives per giungere all’evoluzione della dissonanza nel free jazz degli anni Sessanta come genere in cui la musica diventa un vero e proprio lessico spirituale atto ad esprimere l’esigenza di libertà nella formulazione di un linguaggio comune nell’incontro fra le diverse culture. In questa ottica, i codici estetici di Miles Davis, e la sua genialità artistica nell’interpretare generi musicali di culture differenti in diversi momenti storici, rappresenta una testimonianza vivente dello spirito universale della musica, l’unico, cioè, in grado di coniugare il logico con l’illogico, il consonante con il dissonante. Parafrasando Schopenhauer, la musica – come espressione diretta della natura – è, rispetto alle altre arti, l’unica più vicina al cuore del mondo.
Comunicato convegno “Nei panni degli altri”
Curatori del convegno: Laura Darsié, Vinicio Ongini
Nei panni degli altri. Pensare la diversità, educare all’intercultura”. è il titolo del convegno che si è svolto a Firenze sabato 14 febbraio. La giornata di studi sul tema degli intrecci e della trasversalità culturale è stato promosso dall’assessorato alla Pubblica istruzione e dalla commissione Cultura Istruzione Sport del Comune.
Scrittori, antropologi, esperti di moda, psicanalisti e musicisti di provenienza italiana e straniera, si sono confrontati sull’argomento dell’interculturalità puntando l’attenzione sul tema della diversità e dell’accoglienza dell’altro, proponendo storie di intrecci, viaggi, migrazioni e incontri.
Nel corso del convegno ogni ospite ha portato esempi significativi degli scambi che stanno ridisegnando la mappa culturale del nuovo millennio, in spregio alle cronache che del rapporto tra popoli mettono in luce soltanto gli attriti.
Interventi appassionati e di grande interesse sono stati quello dello scrittore sardo Flavio Soriga, (vincitore del Premio Italo Calvino nel 2000) sull’invasione degli stranieri in Sardegna interpretata come contagio narrativo; Vinicio Ongini, che con un intervento sulla fiaba di Cenerentola, ha puntato l’attenzione sul “mettersi nelle scarpe degli altri”, come metafora dell’interculturalità della fiaba.; Davide Zoletto, docente universitario di Udine ha poi parlato dell’intercultura a partire dai giochi; è poi intervenuta, Ribka Sibathu, scrittrice eritrea e mediatrice per l’educazione interculturale al Ministero della Pubblica Istruzione. Infine, Laura Darsié, curatrice del convegno e psicanalista insieme al jazzista Alessandro Di Puccio, hanno parlato dell’interculturalità della musica con un intervento che ha ripercorso la storia del jazz a partire dalle sue radici di contaminazione per giungere al fenomeno della New Thing degli anni Sessanta e della Rivoluzione Nera di quegli anni negli Stati Uniti.
Nel corso della relazione, riguardante “La poetica della dissonanza” è emerso come nell’incontro fra diverse culture, il tema della dissonanza riguardi la possibilità di coniugare logico e illogico, consonanze e dissonanze, nella ricerca di un luogo musicale di convivenza con lo “stonato”, in una società che ci vuole “intonati” a tutti i costi.
A chiudere la giornata, l’Orchestra Musipolitana di Alessandro Di Puccio con i brani della tradizione popolare di Iran, Isola Di Capo Verde, Portogallo, Burkina Faso e Tarantella del Gargano.